La digitalizzazione nei paesi esteri: le differenze con l’Italia

La diffusione del Covid-19 ha posto in evidenza la straordinaria importanza della tecnologia digitale rispetto alla necessità di portare avanti le attività economiche e sociali, anche in un periodo storico senza precedenti.

Pare che proprio la pandemia da Coronavirus stia diventando il vero punto di svolta della digitalizzazione, l’alba di una nuova era con l’arrivo dello Smart Working in Italia. Affinché le organizzazioni possano crescere e rafforzarsi nel medio-lungo termine, emerge in maniera evidente l’esigenza di rivedere i piani di trasformazione digitale. È l’unico modo per rimanere competitivi sul mercato in una fase in cui vige ancora grande incertezza.

Dopo aver analizzato lo stato dell’arte della digitalizzazione delle imprese italiane, andiamo a vedere qual è la situazione in Europa ed oltreoceano.

La situazione all’estero

Il rapporto della Banca Europea sugli Investimenti ha posto a confronto, da un punto di vista prettamente imprenditoriale, lo stato della digitalizzazione nell’Unione Europea e negli Stati Uniti. Dallo studio evince un grosso ritardo, in gran parte dei settori, delle imprese UE rispetto a quelle statunitensi.

Affinché le aziende europee possano diventare maggiormente digitali, urge superare soprattutto le barriere strutturali che ostacolano gli investimenti in questo settore. Servono, dunque, misure anche politiche per accelerare il passaggio alla digitalizzazione.

Le principali criticità riguardano l’assenza di competenze manageriali avanzate nonché il bisogno di migliorare le competenze dei lavoratori attraverso la formazione e la semplificazione delle procedure per l’accesso ai finanziamenti da parte delle imprese che investono in beni immateriali e tecnologie digitali.

L’attuale crisi economica causata dalla diffusione, su scala internazionale, del Covid-19 potrebbe essere un’ottima opportunità per pianificare alcune iniziative finalizzate all’accelerazione dei processi di digitalizzazione.

Questa è, probabilmente, una delle più importanti sfide che a livello sistemico l’Unione Europea sarà chiamata ad affrontare. Si tratta, tra l’altro, di un banco di prova delicato che permetterà di verificare la solidità e la consistenza del progetto europeo che, per quanto affascinante ed imprescindibile per diversi Paesi, lascia ancora molto a desiderare sul profilo della crescita economica e strutturale delle nazioni che ne fanno parte.

I paesi più digital in Europa

Secondo lo studio BEI citato poc’anzi, solo quattro paesi dell’Unione Europea mostrano risultati migliori rispetto agli USA. Trattasi di Danimarca, Paesi Bassi, Finlandia e Repubblica Ceca. Mediamente, le aziende europee sono meno digital, ovvero utilizzano poco le tecnologie digitali rispetto alle imprese statunitensi.

Il settore delle costruzioni è quello in cui emergono le maggiori differenze. Se negli Stati Uniti la percentuale di digitalizzazione delle aziende edili è del 61%, in Europa non si va oltre il 40%. Differenze meno lampanti ma comunque degne di nota sono quelle che riguardano le imprese che operano nei servizi (-13 punti percentuali per le imprese UE) e quelle attive nel settore delle infrastrutture (-11 punti percentuali per le aziende UE).

Differenze preoccupanti si notano anche quando prendiamo in considerazione le dimensioni delle aziende. Da una parte, possiamo affermare senza la paura di essere smentiti che le grandi imprese tendono a digitalizzarsi più rapidamente, sia negli Stati Uniti che in UE.

I problemi maggiori nascono quando si analizzano le performance delle piccole e micro-imprese. Solo il 30% delle aziende europee con meno di 10 dipendenti ha adottato tecnologie digitali. Il motivo? Le difficoltà di accesso al credito e le normative del mercato del lavoro sembrano rappresentare i principali ostacoli alla digitalizzazione.

Le imprese più digital oltreoceano

Abbiamo visto come le imprese statunitensi siano più digital rispetto a quelle europee. Ciò si traduce in una migliore produttività e in risultati di business più efficaci. Il rapporto BEI, infatti, evidenzia come le aziende digitali siano più produttive rispetto a quelle non digitali.

Non solo. Le imprese digitalizzate sono anche più innovative, crescono più velocemente e creano con maggiore frequenza nuovi posti di lavoro. La ripresa dalla crisi globale causata dal Covid-19 potrebbe, dunque, essere accelerata dalle imprese attive nel digital.

La classifica delle imprese più digitali elaborata da Forbes mostra in maniera inequivocabile l’avanzato stato di digitalizzazione delle aziende statunitensi. Nelle prime dieci posizioni, infatti, compaiono ben otto imprese USA.

Al primo posto di questa speciale classifica figura Apple. Seconda posizione per Microsoft. Quarta piazza per Alphabet, quinta per AT&T, sesta per Amazon e settima per Verizon Communications. Nono posto per Walt Disney, decimo per Facebook. Le uniche due aziende non USA incluse nelle prime dieci posizioni sono Samsung (terzo posto) e China Mobile (ottavo posto).

Non può essere un caso il fatto che le aziende più digitali siano anche quelle che coincidono, a livello globale, con i colossi della nuova economica. È l’ulteriore conferma che la digitalizzazione, soprattutto per quelle aziende che hanno saputo prevedere ed anticipare il cambiamento, rappresenta la migliore strada per la crescita economica globale.

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