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Aziende, ecco come avvicinarsi ai Millennials

VoIP e Unified Communications

I Millennials, ovvero i nati tra il 1982 e il 2000, rappresentano il 24% della popolazione mondiale: in Italia sono 8,6 milioni, equamente suddivisi tra maschi (50,5%) e femmine (49,5%). Vivono soprattutto al Nord (42%), in Centro Italia (19%), e al Sud e nelle isole (39%). Per le aziende diventa cruciale capire i loro comportamenti d’acquisto. Per una strategia efficace, è necessario vedere i Millennials come consumatori e potenziali clienti: cosa gli piace, come si sentono e come agiscono in relazione alla loro realtà.

La “fotografia” economica

I Millennials tendono ad essere profondamente differenti dai Baby Boomers (nati tra il 1945 ed il 1964 ) e la Generazione X (1965 – 1981). Parte di queste differenze è incentrata sugli sforzi economici e la sicurezza. I Baby Boomers sono cresciuti in un periodo relativamente tranquillo, mentre la Generazione X ha conosciuto il momento di grande cultura imprenditoriale degli anni ’80. I Millennial erano ancora a scuola o poco più che ragazzi quando è cominciata la crisi del 2008/2009, quindi nel pieno dell’età formativa.

Per questo forse i Millennial non sono l’immagine di una robusta economia. Oltre il 60% non può permettersi una casa, per esempio. Dal Rapporto Coop 2016 risultano essere la generazione col più alto tasso di disoccupazione – nel 2016 si attesta al 37,6% – e una delle ultime in Europa per età media di uscita dal nucleo familiare: 30,1 anni, seguita solo da Macedonia, Malta e Slovacchia. Sentono pesantemente la precarietà, la flessibilità e la resilienza. Tra i Millennial occupati, 2,3 milioni di giovani (il 46,7%) svolgono un lavoro di livello più basso rispetto alla propria qualifica, uno dei motivi per cui affermano di non essere felici e quattro su cinque si sentono ai margini della società.

Come si afferma nel Rapporto, si tratta di capitale umano non adeguatamente valorizzato: infatti, nel momento in cui avvertono  la possibilità di instaurare un dialogo, i Millennials sono subito pronti ad offrire il loro impegno a servizio della società, con il loro bagaglio di vivacità creativa, di competenze digitali e di capacità di adattamento.

Tecnologia!

Se è vero che sui Millennials si sono scaricati i maggiori costi della crisi economica dell’ultimo decennio, è altrettanto vero che sono la generazione più smart e più creativa e che la tecnologia è la loro arma per sopravvivere e farsi ascoltare.

I Millennials sono stati soprannominati nativi digitali così spesso che probabilmente è l’osservazione più usata riguardo a loro. Sono cresciuti usando multipli device, per non parlare di internet stessa. Un dato spicca su tutti: il 93% si collega da mobile, il 47% usa il tablet e il 30% si collega da PC.
Usano la tecnologia molto più frequentemente che le generazioni precedenti.

“Giovani e tecnologici, i Millennials non potevano che essere, però, anche i più creativi: secondo l’aggiornamento 2016 del Ministero dello Sviluppo Economico, le startup fondate da imprenditori under 35 sono circa 1.200 in tutto il Paese, quasi un quinto del totale ma il quadruplo rispetto alla quota delle società di capitali con prevalenza giovanile (6,4%)” (Rapporto Coop 2016)

Ricevono pubblicità e informazioni di marketing sulle piattaforme cui sono connessi con molto più entusiasmo rispetto a messaggi su altre piattaforme media. Il 62% si dice favorevole a diventare fedele ad un brand se questo usa gli stessi canali social media e se gli presta attenzione.

I blog sono considerati una fonte d’informazione degna di fiducia. Perché? Perché vedono più autentica la voce emanata dai blog piuttosto che dalla pubblicità. Un terzo dei Millennials si fida di più delle informazioni lette in un blog nel momento in cui deve fare un acquisto. Quanti di loro vedono le pubblicità in TV, i libri o i quotidiani come buone fonti di informazione su un prodotto? Sorprendentemente meno del 2%.

Conclusioni? Le aziende devono usare strumenti e piattaforme tecnologiche, app e social media per interagire e coinvolgere i Millennials come clienti e consumatori dei loro prodotti. Un blog orientato alle loro necessità otterrà grandi riconoscimenti. Le parole chiave per loro saranno comunque prudenza economica e sempre più penetrazione digitale.

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