Smart Working in Italia: cosa c’è da sapere

In piena emergenza Covid-19, le imprese, più per necessità che per scelta, si sono ritrovate a conoscere e mettere in atto lo Smart Working in Italia.

In questo particolare periodo la vita di tutti noi è stata completamente stravolta, sia dal punto di vista relazionale ma soprattutto dal punto di vista lavorativo. Buona parte dei lavoratori italiani si è ritrovata alle prese con il cosiddetto “smart working”, letteralmente “lavoro intelligente”, meglio conosciuto come “lavoro agile”.

Si è sempre sentito parlare di questa modalità di lavoro, ma mai come in questa situazione lo smart working o il lavoro da remoto hanno trovato un’ampia applicazione nel tessuto professionale del nostro Paese. Non tutti sanno, però, che lo smart working in Italia esiste dal 2017, anno in cui lo Stato italiano ha disciplinato tale forma di svolgimento delle attività lavorative attraverso la legge 81.

Ma cos’è esattamente lo smart working? Quali cambiamenti comporta?

Cerchiamo quindi di rispondere a questi (e a tanti altri interrogativi) su questo tema fondamentale.

Cos’è lo Smart Working? Scopriamo il significato

Per Smart Working si intende quella modalità di esecuzione del lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali secondo un’organizzazione per fasi, cicli ed obiettivi tali che il lavoratore riesca a conciliare i tempi della propria vita privata con quelli professionali.

In altre parole, lo smart working è una forma lavorativa che permette al lavoratore di svolgere le proprie mansioni lavorative anche al di fuori dei locali aziendali,

Quando un’azienda decide di intraprendere iniziative di “lavoro agile” offre ai propri dipendenti la possibilità di lavorare in locali e orari diversi da quelli dell’ufficio presso cui normalmente lavorano. È sostanzialmente il dipendente stesso a gestire, in accordo con la direzione aziendale, le modalità, i tempi e il luogo presso cui lavorare, ponendo al centro dell’attenzione non tanto il numero di ore lavorate quanto piuttosto il raggiungimento di specifici obiettivi.

Lavorare in smart working significa approcciare al lavoro in modo innovativo. Il dipendente ha la possibilità di scegliere in maniera autonoma e flessibile strumenti da utilizzare, spazi ed orari di lavoro ma si assume maggiori responsabilità per quanto concerne il raggiungimento dei risultati richiesti dall’azienda.

Lo Smart Working: la definizione

Lo smart working si basa su concetti come:

  • Condivisione della conoscenza;
  • Fiducia;
  • Collaborazione;
  • Trasparenza;
  • Flessibilità;
  • Responsabilità:
  • Autonomia

Affinché un programma di smart working abbia successo, tre sono gli elementi necessari da considerare:

  • Persone;
  • Spazi;
  • Tecnologia

Senza l’elemento fiduciario che lega datori di lavoro e dipendenti diventa molto difficile portare avanti con successo iniziative di lavoro smart. In secondo luogo, è fondamentale che gli spazi adibiti al lavoro siano adeguati ed in linea con le esigenze dei professionisti. Ultimo fattore, non per importanza, la tecnologia. La presenza di infrastrutture tecnologiche e di device performanti permette all’utente di poter lavorare senza alcuna limitazione.

Come funziona lo Smart Working in Italia (e non solo)

Non bisogna confondere lo Smart Working con il cosiddetto “telelavoro” o lavoro da remoto. Quest’ultimo infatti presuppone la continuazione del lavoro in un locale differente rispetto a quello della sede aziendale. In questo caso, il dipendente lavora pur sempre a distanza, ma con le stesse responsabilità e gli stessi orari dell’abituale luogo di lavoro.

Lo smart working funziona invece in maniera nettamente differente, facendo della libertà e della flessibilità lavorativa i suoi punti di forza. La prestazione lavorativa viene infatti svolta in parte all’interno dei locali aziendali e in parte, o talvolta totalmente, presso altre sedi a discrezione del dipendente stesso.
Non vi sono quindi vincoli né di tempo né di spazio: è il lavoratore a organizzare il lavoro dove, quando e come preferisce, rispettando pur sempre gli obiettivi prestabiliti con il datore di lavoro.

Si può quindi affermare che lo smartworking sia un’evoluzione del telelavoro, avvenuta soprattutto grazie agli incredibili sviluppi tecnologici avvenuti negli ultimi anni.

Gli strumenti da utilizzare quando si lavora in Smart Working

Se oggi è possibile lavorare in Smart Working lo si deve solo ed unicamente ad internet.

Per lavorare in maniera agile è infatti indispensabile disporre di due strumenti: connessione a internet mediamente veloce e un pc/tablet. Possono poi essere utili tutta una serie di altre accessori che permettano di lavorare al meglio:

  • cuffie wireless con eventuale cancellazione attiva del rumore
  • un sistema di illuminazione adatto per evitare l’affaticamento degli occhi
  • uno smartphone con una sim utilizzata esclusivamente per questioni lavorative
  • un locale/stanza in cui lavorare serenamente e senza distrazioni.

quali sono le differenze di metodologie tra lo smart working e i metodi di lavoro tradizionaliSmart Working e lavoro tradizionale:  le differenze e la metodologia

Abbiamo già accennato alle differenze rispetto al telelavoro, ma quali sono le differenze rispetto al lavoro tradizionale?

In linea generale un contratto di lavoro subordinato prevede lo svolgersi di una determinata prestazione lavorativa a determinate condizioni. Il lavoro deve infatti essere svolto in un determinato locale aziendale e secondo un orario settimanale ben definito.

Sulla base di questa premessa, vi sono due principali differenze metodologiche:

  • flessibilità: lo smart working è una forma di lavoro flessibile che consente al lavoratore di organizzare la propria attività come e quando meglio crede. In base ai progetti e alla mole di lavoro concordata con la direzione aziendale, può anche capitare di dover lavorare soltanto alcuni giorni o alcune ore ad esempio.
  • strumenti di comunicazione: il lavoro tradizionale presuppone una collaborazione e uno scambio continuo di consigli, pareri o indicazioni con tutti gli altri colleghi o titolari che avviene in maniera diretta. Nello smart working ovviamente questo non accade: il lavoratore, lavorando in autonomia non può interfacciarsi direttamente con il resto del team aziendale. Esistono però fortunatamente tutta una serie di strumenti e mezzi tecnologici per restare in contatto con gli altri. Cambia quindi il mezzo di comunicazione ma è pur sempre possibile collaborare e scambiare informazioni.

La retribuzione lavorando in Smart Working è la stessa?

È sicuramente la prima domanda che viene alla mente quando si parla di smart working. La risposta è piuttosto semplice: la retribuzione in Smart Working è la stessa prevista in caso di lavoro tradizionale. Ma non solo, i lavoratori agili hanno anche gli stessi diritti in termini di infortuni e malattie professionali previsti per tutti i loro colleghi che continuano a lavorare in sede.

Chi lavora in Smart Working ha dei costi da tenere in considerazione?

Per quanto riguarda i costi legati allo smart working vi sono particolari aspetti da prendere in considerazione.

Sicuramente l’investimento più grande riguarda l’acquisto dei dispositivi indispensabili per lo svolgimento del lavoro agile, quali computer portatili, smartphone e tablets. Bisogna poi tenere in considerazione l’acquisto di tools e software in grado di semplificare e rendere più immediata la comunicazione anche da remoto.

Si tratta comunque di costi che un’impresa normalmente già sostiene, inoltre, adottare lo smart working può invece consentire una discreta riduzione dei costi da sostenere. Più sono i lavoratori da remoto, minore sarà la necessità di locali e postazioni ad essi dedicati, con una conseguente riduzione dei canoni di locazione degli uffici, dei consumi elettrici e idrici.

Investire sullo smart working può rivelarsi una grande opportunità, sia per le aziende che per i lavoratori. Vediamo meglio i vantaggi e gli svantaggi di questa singolare modalità di lavoro.

Le difficoltà da affrontare lavorando in Smart Working

Uno dei problemi che si ritrovano ad affrontare le aziende che non hanno mai adottato politiche di lavoro a distanza è l’organizzazione stessa del lavoro. In risposta all’emergenza, molte imprese hanno cominciato ad organizzare le attività ma lo hanno fatto senza una visione chiara e precisa di cosa serva davvero per fare smart working.

Per far sì che lo smart working possa essere effettuato e portato avanti senza intoppi, è necessario organizzare l’azienda a livello strutturale, ossia dotare i dipendenti di tutte le risorse hardware, software ed informative per gestire al meglio il lavoro a distanza.

I vantaggi dello Smart Working

I vantaggi che lo smart working può offrire ad aziende e dipendenti sono veramente tanti. Partiamo subito col sfatare l’idea che il lavoro agile sia meno produttivo: le interviste e gli studi condotti su diversi lavoratori in smart working hanno dimostrato esattamente il contrario.

Si può essere persino più produttivi anche senza essere nei locali del lavoro abituale.

Il lavoro agile è quindi una grande opportunità capace di rendere un’azienda più competitiva e efficiente.

I vantaggi per le aziende che lavorano in Smart Working

Una ricerca condotta dal Top Employers Institute ha recentemente dimostrato come circa 8 aziende su 10 considerino lo smart working una modalità di lavoro più efficace rispetto a quella tradizionale. Ma quali sono concretamente i vantaggi dello smart working per le aziende? Sono molteplici:

  • Miglioramento della reputazione e dell’immagine aziendale
    Un’azienda che adotta politiche di lavoro in smart working si distingue immediatamente sul mercato, conferendo all’esterno l’immagine di un’organizzazione giovane, snella e al passo coi tempi. Tutto questo si traduce in una maggiore forza di attrazione, sia di clienti ma anche di talenti da inserire nel proprio team;
  • Maggiore produttività
    I lavoratori in smart working si reputano molto soddisfatti di questa modalità di lavoro, dichiarando un notevole aumento della produttività legato al fatto della riduzione delle distrazioni e dalle pressioni che a volte possono verificarsi all’interno dei locali di lavoro;
  • Team building
    Paradossalmente, il lavoro da remoto può essere un’importante leva per aumentare la coesione e la collaborazione fra i diversi membri del team aziendale. Venendo meno il contatto diretto, è necessario tenersi costantemente in contatto e collaborare con i propri colleghi affinché gli obiettivi e i progetti possano essere conclusi secondo le scadenze e le modalità previste;
  • Riduzione dei costi
    Il maggior numero di lavoratori in smartworking consente di riorganizzare gli spazi aziendali e ridurne le dimensioni. Tutto questo si traduce in un importante riduzione dei costi e in una generale ottimizzazione dei processi lavorativi.

lo smart working in italia con i vantaggi e gli svantaggi per datori di lavoro e dipendentiSmart Working in Italia: quali vantaggi ci sono per i dipendenti?

Ai tanti vantaggi per le aziende, corrispondono altrettanti vantaggi per i dipendenti nel lavorare in smart working:

  • Maggior flessibilità
    Il punto di forza dello smart working è la grande flessibilità con cui i lavoratori possono organizzare il proprio lavoro, scegliendo liberamente quando, quanto e dove lavorare;
  • Maggior consapevolezza
    Avendo tutta la responsabilità sulle proprie spalle, il lavoratore diventa maggiormente consapevole del lavoro da svolgere, imparando a gestire meglio i tempi e le modalità di esecuzione del lavoro stesso;
  • Equilibrio tra lavoro e tempo libero
    Lo smart working nasce con l’obiettivo di offrire ai lavoratori un’ampia possibilità di conciliare al meglio esigenze lavorative ed esigenze legate alla sfera privata. La gestione in autonomia dei tempi e dei luoghi di lavoro consente infatti di poter incastrare tutte quelle attività che normalmente devono essere rimandate al rientro a casa, alle ferie o alle festività, poiché non si dispone di abbastanza tempo o energie al rientro dal lavoro in ufficio;
  • Maggiore fiducia
    Alla base di una metodologia di lavoro simile vi deve essere per forza uno stretto rapporto fiduciario tra azienda e dipendenti. Venendo meno il controllo diretto, il titolare o il manager aziendale deve basarsi unicamente sulla fiducia che i propri dipendenti siano in grado di gestire e rispettare tempi e progetti pur nella piena libertà di organizzazione del proprio lavoro. Se inizialmente tutta questa fiducia non c’era, attraverso lo smart working le aziende possono invece scoprire il talento e la professionalità dei propri dipendenti anche sotto questo punto di vista. Il dipendente, dal canto suo, sarà maggiormente motivato e orgoglioso di aver rispettato e soddisfatto le aspettative aziendali.

Lo Smart Working in Italia: il passato

Prime tracce di smart working in Italia

Il concetto di smart working comincia a diffondersi già intorno agli anni ’90. Tra i primi paesi ad avviare, in tal senso, dei progetti figura l’Olanda. Non sempre, però, i risultati sono stati all’altezza delle aspettative. Il motivo? Sicuramente, c’è da considerare che negli anni ’90 l’evoluzione tecnologica non era ancora giunta ai livelli attuali.

In Italia le prime aziende a sperimentare lo smart working sono state le grandi imprese, in particolare quelle con più di 500 dipendenti appartenenti ai settori ICT, telecomunicazioni, alimentare ed alberghiero. Il problema è che il tessuto economico italiano si basa principalmente su piccole e micro imprese (aziende che hanno rispettivamente meno di 50 e meno di 10 dipendenti).

Negli ultimi anni, qualcosa pare essersi mosso anche dal punto di vista politico ed istituzionale. Basti pensare alla già citata legge 81/2017 che ha sancito anche nel nostro paese la nascita ufficiale dello smart working, definendo le condizioni che si applicano a tale forma di inquadramento del rapporto lavorativo. Il quadro della situazione, comunque, sarà più chiaro solo dopo la fine dell’emergenza sanitaria mondiale che si candida seriamente a stravolgere gli equilibri sociali e comportamentali e, dunque, anche le dinamiche lavorative.

Cosa dice la legge: dal lavoro agile allo Smart Working in Italia

In Italia il lavoro agile è stato regolamentato a livello normativo piuttosto recentemente. Soltanto nel 2017, con la Legge n.81 del 22 maggio, sono stati definiti tutti gli aspetti giuridici dello smart working. Scopriamo meglio cosa prevede la legge.

La Legge n.81/17 sullo Smart Working in Italia

La legge n.81/17 sullo smart working definisce il lavoro agile come una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita per mezzo di un accordo tra le parti. Aziende e lavoratori possono stabilire l’organizzazione del lavoro per fasi, cicli e obiettivi senza precisi vincoli di orario e di luogo di lavoro.

Oltre a fornire una definizione di lavoro agile, la legge stabilisce tutti gli aspetti giuridici di questa modalità:

  • partirà di trattamento economico rispetto ai colleghi che lavorano in modalità tradizionale;
  • tutela previdenziale in caso di infortuni e malattie professionali in base alle modalità indicate dall’INAIL con la circolare 48/2017;
  • fornitura delle strumentazioni elettroniche necessarie per lo svolgimento delle attività lavorative;
  • modalità e definizione dell’accordo, della durata e della revoca del lavoro agile.

Le linee guida INAIL sullo Smart Working in Italia

I lavoratori agili, così come i loro colleghi che lavorano in maniera “ordinaria”, hanno diritto alle diverse tutele previste dall’ordinamento in materia di lavoro.
La circolare n.48 INAIL sullo Smart Working fornisce tutta una serie di istruzioni operative da seguire anche nel caso di telelavoro:

  • Copertura assicurativa
    Sebbene il lavoro agile comporta che le prestazioni lavorative vengano svolte fuori dai locali aziendali e senza una postazione fissa, i lavoratori agili hanno comunque diritto alla tutela assicurativa contro gli infortuni e le malattie professionali
  • Classificazione tariffaria
    La retribuzione riconosciuta ai lavoratori agili deve essere la stessa riconosciuta nel caso in cui il lavoro avvenisse all’interno dei locali aziendali;
  • Obbligo di comunicazione al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali
    Se ai fini assicurativi non vi è alcuna variazione da comunicare in caso di lavoro agile, è comunque previsto l’obbligo per i datori di lavoro di comunicare al Ministero del Lavoro la sottoscrizione degli accordi con i propri dipendenti per lo svolgimento delle attività lavorative in modalità agile.

Il Decreto legge del 17 marzo 2020, n. 18 che ha fatto esplodere lo Smart Working in Italia

L’emergenza Coronavirus che sta interessando il nostro Paese così’ come tutto il resto del mondo, ha fatto emergere tutte le potenzialità dello smart working, spingendo imprenditori e istituzioni ad adottare questa modalità di lavoro in brevissimo tempo. Mai come in questo momento il lavoro agile ha trovato una così ampia applicazione, tuttavia, vista la situazione di emergenza, sono emerse anche alcune lacune normative che necessitavano di un ulteriore adeguamento e aggiornamento.

Il Decreto legge del 17 marzo, comunemente noto come “Cura Italia”, ha introdotto tutta una serie di novità finalizzate al potenziamento del sistema sanitario nazionale, ma anche all’introduzione di misure straordinarie e incentivi allo Smart Working e all’adozione del lavoro agile laddove possibile.

Già con il decreto attuativo del 23 febbraio 2020, recante misure urgenti in materia di gestione dell’emergenza coronavirus, il Governo aveva incentivato l’adozione del lavoro agile offrendo la possibilità di adottare questa modalità di lavoro anche senza il normale accordo preventivo coi dipendenti.

lo smart working in italia: come viene affrontato e quali saranno i cambiamentiLo Smart Working in Italia: tra presente e futuro

Anche in Italia, sempre più persone, oramai, lavorano nel settore dei servizi. I vecchi modelli di produttività, basati sulla rivoluzione industriale, appaiono obsoleti in un mondo in cui la tecnologia la fa da padrone e nel quale siamo tutti interconnessi.

Eppure, sono ancora tante le aziende organizzate in modo gerarchico e nelle quali la presenza fisica in ufficio rimane prioritaria. È necessario, innanzitutto, che manager ed amministratori siano mentalmente predisposti a prendere in considerazione questo nuovo paradigma, anche a patto di rompere equilibri consolidati che, negli anni, hanno consentito alle aziende di ottenere buoni risultati.

Gli scenari di mercato (e non solo quelli) mutano continuamente. Il rinnovamento degli asset organizzativi rimane la principale sfida da affrontare per superare la crisi in cui molte aziende sono piombate o piomberanno nei prossimi mesi e per cogliere le opportunità ed i vantaggi che lo smart working offre.

Lavoro Agile o Smart Working: quale era la a situazione del lavoro prima del Corona Virus?

Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Smart Working, il numero di lavoratori agili è in costante crescita: dai 480.000 nel 2018 ai 570.000 nel 2019 (+20%).

È evidente che il lavoro agile non è ancora molto diffuso nel nostro Paese, ma sicuramente dopo questa esperienza le cose potrebbero cambiare a favore di una sua più larga adozione.

Volendo analizzare nel dettaglio i numeri della diffusione dello Smart Working, vi sono alcune differenze nel tessuto imprenditoriale italiano:

  • Le grandi imprese in Smart Working in Italia
    Il 58% delle grandi imprese italiane ha adottato iniziative strutturate di smart working, il 7% ha adottato iniziative informali mentre il 5% si dichiara pronta ad introdurlo nel futuro. Anche in questi casi, oltre la metà dei progetti viene svolta prevalentemente come lavoro da remoto, e soltanto una minima parte adotta un modello di lavoro agile completo con il ripensamento dei reparti aziendali.

    lavorare in smart working nelle grandi imprese come Unicredit, Barilla
    Fonte: Osservatori.net // Digital Innovation
  • Le PMI in Smart Working in Italia
    Nell’ambito delle piccole medie imprese la diffusione dello smart working ha raggiunto una diffusione pari al 12% in maniera strutturata e il 18% in maniera informale. Purtroppo, oltre la metà delle PMI risulta essere disinteressata al fenomeno, considerando di difficile applicazione il lavoro agile nelle piccole realtà imprenditoriali.

lavorare in smart working nelle piccole medie imprese pmi, come attivare lo smart working

Fonte: Osservatori.net // in Digital Innovation

  • Lo Smart Working in Italia nella Pubblica amministrazione
    Lo smart working della Pubblica amministrazione è in costante crescita: il 16% ha infatti adottato iniziative strutturate di lavoro agile, il 7% informalmente e il 6% è pronto a introdurlo nei prossimi mesi.Nonostante questi numeri incoraggianti, vi è ancora una certa difficoltà nell’approccio con il lavoro agile nel settore pubblico e sono soprattutto gli enti di maggiori dimensioni ad essere più propensi in tale direzione. In ambito pubblico vi è sicuramente una maggiore difficoltà di applicazione del lavoro agile a causa della carenza generale di apparecchiature elettroniche. Come immediata conseguenza dell’emergenza sanitaria attuale, l’intero settore ha dovuto cercare di superare tutte le difficoltà e i limiti visti in precedenza cercando di aumentare il livello di digitalizzazione della pubblica amministrazione. All’interno del Decreto Cura Italia è infatti stata introdotta la possibilità di rendere lo smart working come modalità di lavoro “ordinaria” fino al termine dell’emergenza, anche grazie a nuovi fondi designati all’acquisto dei dispositivi elettronici necessari.I funzionari pubblici possono inoltre svolgere il proprio lavoro anche con strumentazioni elettroniche non appartenenti all’amministrazione pubblica.

    lavorare in smart working nella pa pubblica amministrazione
    Fonte: Osservatori.net // Digital Innovation

I migliori esempi di Smart Working in Italia

Nonostante gli ampi margini di miglioramento, in Italia vi sono fortunatamente tanti esempi di successo che permettono di far emergere tutte le potenzialità del lavoro agile. Si tratta di grandi aziende private che possono essere considerate dei veri e propri modelli da emulare: Barilla e Unicredit Banca.

Il caso studio Barilla

Barilla è uno di quei brand italiani che non hanno bisogno di grandi presentazioni. Dal lontano 1877 questa azienda completamente italiana si è contraddistinta nei mercati internazionali, oltre che per la qualità dei suoi prodotti, anche per la grande propensione verso l’innovazione e le iniziative socialmente responsabili.

Non è un caso infatti, che il gruppo Barilla già dal 2013 ha iniziato a implementare lo smart working in maniera strutturata, con l’ambizioso progetto di estenderlo a tutti i suoi dipendenti nelle sedi nazionali e internazionali entro il 2020.

I risultati raggiunti dal gruppo fino ad oggi sono totalmente positivi e promettenti: il progetto ha coinvolto 1200 dipendenti con un’età compresa tra i 30 e i 55 anni. A questi ultimi è stata offerta la possibilità di lavorare in smart working per un tempo compreso tra i 4 e gli 8 giorni al mese e tutti quanti si sono dichiarati estremamente soddisfatti e favorevoli ad una prosecuzione di questo progetto, riconoscendo come principale beneficio quello di riuscire a conciliare al meglio vita lavorativa e privata.

Anche l’azienda ha riscontrato importanti benefici da questa iniziativa: è stato stimato un risparmio medio di 2.136 euro per ogni singolo dipendente in smart working, fondi da poter reinvestire a favore del dipendente stesso.

Questa prima fase di sperimentazione è stata utile all’azienda per capire le potenzialità e modalità tramite cui ottenere i migliori risultati con il lavoro agile: visti i risultati fortemente positivi, Barilla ha definito l’obiettivo di estendere il lavoro per il 100% del tempo lavorativo di tutti i suoi dipendenti dislocati nelle 29 sedi presenti in tutto il mondo. Un obiettivo piuttosto ambizioso che sta però a dimostrare quanto l’azienda intenda seriamente investire verso questa prospettiva.

Il caso studio Unicredit

Unicredit, uno dei principali gruppi finanziari europei nonché banca leader in Italia, rappresenta un altro ottimo modello di applicazione a livello strutturato dello smart working. Il percorso di implementazione del lavoro agile è iniziato nel lontano 2008 offrendo oggi (prima dell’emergenza sanitaria) a tutti i dipendenti del gruppo la possibilità di lavorare in smart working per almeno un giorno a settimana.

L’istituto bancario non si è però solo limitato a questo, tutti gli spazi aziendali sono stati infatti ripensati nell’ottica di un lavoro agile a 360° sulla base di due concetti chiave: desk sharing e activity based working. In sostanza, sono state eliminate le classiche postazioni fisse che sono state sostituite da quattro differenti work settings in cui poter di volta in volta lavorare in base alla tipologia di attività da svolgere.

Tutto questo significa che ciascun dipendente può realmente organizzare il proprio lavoro in maniera intelligente, scegliendo quando lavorare da casa o quando utilizzare queste determinate aree. Il dipendente stesso diventa quindi maggiormente responsabile e il risultato finale è una maggiore produttività e un crescente livello di engagement.

Lo Smart Working all’estero: le differenze dall’Italia

Il lavoro agile non è ovviamente un fenomeno solamente italiano, esistono politiche per il lavoro smart più o meno in tutto il mondo. A livello europeo è lo stesso Parlamento Europeo a promuovere il lavoro agile per favorire una maggiore sincronia tra lavoro e vita privata e garantire una maggior benessere ai cittadini europei.

A prescindere dalle diverse terminologie che i vari paesi attribuiscono al lavoro agile, restano più o meno invariati i principi alla base di questa metodologia di lavoro: flessibilità e responsabilità.

Dal mondo arrivano poi alcuni modelli di revisione dello smart working che meritano una menzione particolare:

  • Finlandia: il Paese sta lavorando ad una revisione normativa che possa offrire ai lavoratori la possibilità di lavorare almeno il 50% del tempo in modalità agile. Già oggi i finlandesi possono gestire autonomamente l’orario lavorativo con un margine di 3 ore rispetto a quello tradizionale;
  • Giappone: Microsoft, colosso informatico, ha testato la riduzione delle giornate lavorative a 4 per settimana, ottenendo risultati molto incoraggianti: il 92% dei dipendenti si è detto soddisfatto del progetto;
  • Gran Bretagna: con il suo “Flexible Working”, la Gran Bretagna offre la possibilità a tutti i dipendenti con un’anzianità di servizio superiore alle 26 settimane di richiedere forme di lavoro flessibili che vanno oltre lo smart working e prevedono anche iniziative di Job Sharing, part time, settimana lavorativa ridotta e orari di lavoro personalizzati.

Ma quanto è diffuso il lavoro agile In Europa?

In base agli ultimi dati Eurostat, lo smart working nei paesi europei era ben conosciuto, già prima dell’emergenza Coronavirus, e i lavoratori dipendenti da casa rappresentavano mediamente il 5,5% degli occupati. Nel panorama europeo, i paesi più virtuosi sono i Paesi Bassi, la Finlandia e il Lussemburgo dove la percentuale dei dipendenti in modalità agile oscilla tra il 14% e il 10%, oltre il doppio della media europea.

In questo scenario, l’Italia risulta ancora piuttosto indietro, con una percentuale pari a circa il 3,6%, ben sotto la media europea.

smart working in italia e all'estero con i dati eurostat
Grafico: Marco Boscolo Fonte: Eurostat

Lo Smart Working in Italia come soluzione al Coronavirus

L’emergenza sanitaria che attualmente sta interessando tutto il mondo ha completamente stravolto la vita di ognuno di noi. Per prevenire e rallentare la diffusione del Covid-19 la regola fondamentale è stata e resta quella del “distanziamento sociale”, cercando di limitare al massimo i contatti stretti fra le persone.

Proprio per questa ragione tutti i settori produttivi hanno dovuto completamente reinventare le proprie attività e gli spazi adibiti al lavoro stesso, e, laddove questo non è stato possibile farlo nel rispetto della massima sicurezza, lo smart working è stata una scelta quasi “obbligata”.

Se gli imperativi assoluti di questa situazione sono stati “stare in casa” e “distanziamento sociale”, lo smart working rappresenta la migliore soluzione per continuare a lavorare nel rispetto di queste due condizioni fondamentali. Il rischio di contagio all’interno dei locali aziendali, spesso a causa delle ridotte dimensioni e del gran numero di dipendenti, era piuttosto elevato e le aziende hanno dovuto adottare delle misure straordinarie in pochissimo tempo, tra queste, l’adozione dello smart working spesso anche in assenza degli accordi individuali.

Per facilitare questi rapidi processi, sono state fortunatamente introdotti importanti agevolazioni al lavoro agile:

  • possibilità di adottare lo smart working anche in assenza di accordi individuali tra azienda e lavoratore normalmente previsti dalla legge 81/2017;
  • diritto per i lavoratori con almeno un figlio minore di 14 anni di richiedere di svolgere il proprio lavoro in modalità agile nel caso in cui nel nucleo familiare non vi siano altri soggetti che possano provvedere ai figli e non beneficiano di altri sussidi di sostegno al reddito;
  • possibilità di utilizzare strumentazioni informatiche di proprietà del dipendente qualora non si l’azienda stessa a fornirli.

Le soluzioni di Team Eis per lo Smart Working in Italia

Disporre dei giusti dispositivi e strumenti informatici è fondamentale per riuscire a lavorare in smart working. Noi di Teameis, forti della nostra grande esperienza, siamo in grado di offrirti tutta una serie di soluzioni e servizi cloud per poter sfruttare al 100% tutte le potenzialità dello smart working:

  • Sistemi telefonici VoIP in Cloud
  • Sicurezza di Rete
  • Telefoni IP e Linee VoIP
  • Connettività e xDSL

La necessità di una comunicazione continua a distanza, l’accesso ai file e ai documenti aziendali, la sicurezza dei dati, la versatilità dei dispositivi tecnologici ed una connettività efficiente sono tutti elementi ora più che mai indispensabili. Con le nostre soluzioni e il nostro supporto continuo, la tua azienda potrà continuare a lavorare in maniera efficiente e produttiva, beneficiando anche di tutti i vantaggi offerti dal lavoro agile.

La gestione e sicurezza dei dati lavorando in Smart Working in Italia

Una delle problematiche emerse da questo nuovo e improvviso contesto lavorativo è stata quella relativa alla gestione e alla sicurezza dei dati. Lo stesso Decreto Cura Italia prevede infatti la possibilità di utilizzare strumentazioni informatiche di proprietà del dipendente qualora l’azienda non sia in gradi di mettere a disposizione delle proprie. Tutto questo potrebbe quindi creare qualche problema sia a livello di gestione dei dati, ma anche e soprattutto con riguardo alla sicurezza degli stessi.

Il dispositivo su cui si lavora da remoto potrebbe infatti non essere equipaggiato di tutti quei sistemi software indispensabili per preservare la sicurezza internet e dei dati ed evitare spiacevoli inconvenienti che possano interessare l’intero sistema informatico aziendale.

Teameis, da oltre 30 anni, è specializzata anche nell’ambito della sicurezza e della gestione dei dati da remoto, riuscendo oggi ad offrire soluzioni innovative quali:

  • Gestione unificata delle minacce (UTM)
  • Firewall di ultima generazione
  • VPN
  • Proxy e controllo navigazione
  • Sistemi di controllo per la fuoriuscita di informazioni aziendali (DLP)
  • Antivirus
  • Antispam
  • Mobile Device MAnagement (MDM)
  • Intrusion Test Security mirato con scansione delle vulnerabilità della rete interna ed esterna
  • Strumenti per i controllo degli accessi alla rete aziendale

lavorare in Italia in smart working con dema uc il centralino telefonico voip centralizzatoDema UC per lavorare al meglio in Smart Working in Italia

Tra i tanti servizi che offriamo, Dema UC rappresenta la soluzione unica per tutte le principali esigenze informatiche, comunicative e tecnologiche di un’azienda.

Dema UC è infatti un sistema telefonico VOIP a 360° che offre innumerevoli vantaggi: si installa facilmente in un solo click, è disponibile sia su desktop che su mobile e offre tutte le funzionalità di un centralino telefonico in maniera però più conveniente ed efficiente.

Dipendenti e aziende possono beneficiare delle diverse funzionalità offerte da Dema UC:

  • Gestione delle telefonate e delle chat anche in mobilità
    senza alcuna necessità di cambiare il proprio numero di telefono, è sufficiente installare il software o l’applicazione su tutti i dispositivi che si si desidera per poter gestire in tutta flessibilità chiamate, videochiamate e chat con colleghi e clienti.
  • Organizzazione, gestione e ottimizzazione del lavoro
    La gestione del lavoro del proprio team non è mai stata così semplice! Con Dema UC è possibile definire e assegnare task e obiettivi ai diversi membri dello staff, tenendo sotto controllo costante il progresso di ciascun progetto assegnato.
  • Condivisione file e documenti
    L’applicativo offre la possibilità di condividere in modo molto semplice qualsiasi file indipendentemente dal formato; nonché condividere in tempo reale la schermata del proprio dispositivo, magari in occasione di una videoconferenza. È inoltre possibile gestire e organizzare le cartelle di lavoro per riuscire a catalogare e reperire in maniera più rapida i diversi documenti.

Le potenzialità delle soluzioni offerte da Dema UC rappresentano sicuramente il miglior supporto per la gestione e l’organizzazione efficiente del lavoro in smartworking, soprattutto in risposta alla situazione di emergenza attuale. Dema UC consente infatti di avere “l’ufficio” sempre a portata di mano, in qualsiasi momento e luogo, a patto di disporre di una qualsiasi dispositivo e di una connessione internet.

Lo smart working, come ripetuto più volte, si basa sui principi della flessibilità e della responsabilità dei lavoratori: Dema UC è una soluzione coerente con questi obiettivi, tramite cui conciliare in maniera ottimale la produttività aziendale con il benessere e la salute di tutti i dipendenti.

Hai bisogno di maggiori informazioni? Non esitare a contattarci!